Sterilizzare? Castrare? Cosa dice la scienza?
Docente: Marirosa Marzulli
La gonadectomia, ossia la sterilizzazione nella femmina e la castrazione nel maschio, è, da molti anni, considerata un intervento di routine, soprattutto nelle femmine. Le motivazioni principali addotte sono sempre state evitare cucciolate indesiderate, prevenire tumori ormono-dipendenti e ridurre i problemi comportamentali, soprattutto nei cani maschi, legati all’aggressività.
La prima trova sicuramente una valida applicazione nel contrasto al randagismo ma viene anche imposta a chiunque adotti un cane da un rifugio a prescindere dalla vita che condurrà. La seconda rappresenta la motivazione che spinge la maggior parte dei proprietari preoccupati per la salute dei loro pets. L’ultima la si può considerare un modo sbrigativo per affrontare un problema comportamentale che affonda le proprie radici in motivazioni ben più complesse e che dovrebbe essere presa in considerazione con cognizione di causa.
Tutto questo riducendo il ruolo degli ormoni sessuali alla sola attività riproduttiva di un individuo sottovalutando le implicazioni a livello osteo-muscolare, metabolico, neuronale, cardio-circolatorio, oncologico e comportamentale.
Partendo, quindi, da queste considerazioni la Medicina Veterinaria, da circa un decennio, ha iniziato a valutare le implicazioni della gonadectomia sullo stato generale di salute degli animali, rivedendo le posizioni iniziali e prospettando alternative molto meno invasive ma altrettanto efficaci, sulle basi di un orientamento olistico del benessere animale.
Docente
Marirosa Marzulli
Veterinaria specializzata in Zooantropologia e Interventi Assistiti dagli Animali (IAA), è anche operatrice di IAA ed educatrice cinofila, nonché istruttrice di Hoopers di II livello. Da circa vent'anni, si dedica alla preparazione dei cani per gli Interventi Assistiti dagli Animali. Negli ultimi anni, ha introdotto discipline sportive cinofile come Hoopers, Agility e Obedience nei progetti di IAA, grazie al loro alto potenziale relazionale.
La sua attenzione alla tutela del benessere psicofisico dei cani coinvolti l'ha portata a interessarsi agli studi sulla Lateralizzazione.
Questi studi offrono nuovi orizzonti e sono di particolare interesse nel training del cane sportivo, permettendo di assecondare al massimo le propensioni individuali di ciascun cane. Questo rende il training più efficace e, soprattutto, meno stressante.
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